La nascita del pet food
C’è stato un periodo in cui cani e gatti abitavano nelle corti signorili, o nelle case del popolo, principalmente come animali da lavoro.
I gatti scacciavano i topi e i cani aiutavano l’uomo nella caccia. In questo momento storico la loro alimentazione non era argomento di particolare attenzione per l’essere umano. Eravamo nel Medioevo e i compagni animali venivano nutriti con qualunque avanzo potesse restare sulla tavola: ossa, cipolle, cavolo o patate. Non esattamente un’alimentazione nutrizionalmente bilanciata e salutare.
E’ solo dopo la rivoluzione industriale, quando cani e gatti cominciarono a essere visti meno come animali da lavoro e più come parte integrante della famiglia, che l’uomo cominciò a mostrare attenzione alla loro alimentazione e salute. Da lì in avanti si susseguirono anni di grandi cambiamenti tecnologici e importanti scoperte scientifiche, anche in campo veterinario e in nutrizione.
Fu così, che attorno agli anni ’30 alcune società decisero di investire nella produzione di alimenti industriali (commerciali) per cani e gatti e videro negli scarti di macellazione, ovvero tutto quello che l’uomo non poteva mangiare o non avrebbe mai mangiato come frattaglie meno consumabili, ma anche piume, zoccoli e ossa, possibili “nuovi” ingredienti. Nacquero così le farine animali e il pet food.